Il nostro diario del tour (parte II)
Un post al giorno per ogni giorno del nostro tour (giorni intesi in senso ampio). C’è così tanto da scrivere su di un tour? Lo scopriremo.
9 Marzo
Siete mai stati in una stanza d'albergo e poi entrati nella stanza di qualcun altro, o magari cambiato stanza, e la stanza era esattamente la stessa? Le dimensioni le stesse, i mobili disposti esattamente allo stesso modo e persino le foto sul muro identiche.
Ora diciamo: siete in un hotel, diciamo un Hampton Inn, nella camera 231. Poi ve ne andate via, viaggiate qualche ora, arrivate e fate il check-in in un altro Hampton Inn, dove di nuovo vi danno la stanza 231. Entrate, ed è esattamente identica. E trovate anche lo spazzolino arancione che avete lasciato nella precedente camera d'albergo, nello stesso punto vicino al lavandino...
Andare dall’Edmonton North Alberta Jubilee Auditorium (NAJA) al Calgary South Alberta Jubilee Auditorium (SAJA) è così.
Confrontiamoli.
Edmonton Jubilee:
Calgary Jubilee:
Edmonton Jubilee:
Calgary Jubilee:
Siamo arrivati a Calgary di mattina. Prima che fossero assegnati gli spogliatoi, tutto quello che dovevo fare era solo tornare sul palco, seguire la stessa scala, attraversare la stessa porta, girare a destra lungo lo stesso corridoio, quindi a sinistra nello stesso spogliatoio. Tutti gli altri hanno fatto lo stesso. Poi sono salito sul palco per guardare la sala: esattamente la stessa del giorno prima a Edmonton.
NAJA e SAJA. Due “giubilei”. Sono gemelli identici con addosso tute, scarpe da ginnastica e occhiali da sole abbinati. Troppo forte!
Inoltre, i teatri sono chiamati “Jubilee”, o il “Jube” per abbreviare.
8 Marzo
Oggi pubblico alcune foto dal North Alberta Jubilee Auditorium di Edmonton, dove abbiamo appena finito di esibirci. Questo impianto è per molti aspetti insignificante. Non fraintendetemi: è un teatro molto bello con una buona acustica, una hall bella e moderna e spogliatoi razionali. Ma c'è qualcos'altro in questo teatro che va oltre ed esiste al di fuori dei suoi confini. Domani vi dico di più.
7 Marzo
Neve, neve, ovunque. Siamo al nostro secondo giorno a Edmonton, in Alberta.
Edmonton, sarete felice di sapere, è una città che dista 2.257 km dal Polo Nord e solo 1.600 km dal circolo polare artico. E, come tutte le città, si trova a 300 metri da uno Starbucks.
Questo edificio di fronte al teatro è localmente noto come "Il Palazzo del Burro".
6 Marzo
Il nostro programma non è poi così male, davvero. Abbiamo avuto un periodo un po’ tirato, ma anche quello, in confronto (in un attimo) non è poi così male.
I Giorno: viaggio in autobus di 15 ore da Winnipeg, Manitoba, a Edmonton, Alberta.
II Giorno: installazione mattutina (partenza dall'hotel alle 5:20 o alle 7:15, a seconda del ruolo), lavoro tutto il giorno e spettacolo serale. Questo è oggi.
III Giorno: uno spettacolo a mezzogiorno (mezzogiorno?!) seguito ripartenza immediata. Poi viaggio di tre ore fino a Calgary. Non si sa come, c'è un barbecue coreano bloccato lì da qualche parte.
IV Giorno: installazione mattutina (partenza alle 7:15 o 5:20) seguita da uno spettacolo di prima serata.
Questo è un esempio di come può essere la vita in tour e delle sfide che presenta per tutti: lunghi viaggi in autobus, lunghe giornate e nuove città nei giorni con più spettacoli consecutivi.
Ma, come ho detto, non è poi così male in confronto ad altri lavori.
È molto simile alla vita dei campionati minori di baseball, ad esempio. E non è così intensa come i campionati di baseball per soli neri che esistevano un tempo.
Un secolo fa, infatti, tutti i campionati di baseball per giocatori afroamericani avevano un programma molto più intenso del nostro: spesso giocavano una partita in una città, salivano sul pullman e andavano a giocare un'altra partita in un'altra città lo stesso giorno. A volte giocavano anche un due partite in una città e poi altre due partite in un'altra città, o addirittura in altre due città, arrivando al pazzesco numero di sei partite in tre città in un solo giorno.
E il nostro programma non è intenso come quello che una volta il famoso tenore cinese Guan Guimin mi raccontato di aver auto: negli anni '80, il Guan Guimin era in tour con una compagnia artistica. A quel tempo, la gente in Cina era appena uscita dalla Rivoluzione Culturale e aveva fame di divertimento. Quindi la sua compagnia arrivava in una città, allestiva un palcoscenico improvvisato, si esibiva per un'ora o due e poi andava in un'altra città a fare lo stesso. Non era raro per loro esibirsi in cinque città in un giorno. E gli spettacoli erano a tutte le ore: alle 3, alle 5… a qualunque orario. Mi anche raccontato che alcuni cantanti erano talmente storditi che salivano sul palco, dimenticavano completamente i testi, borbottavanoqualcosa di incomprensibile e se ne andavano a bere un altro drink. Quindi, il nostro programma non è così male.
Inoltre, il nostro programma non è così duro come la produzione classica, lo spettacolo la cui prima senza tempo che è rimasta in cima al cartellone letteralmente per dei mesi. Sto parlando, ovviamente, di Baby Shark. Lo spettacolo dal vivo di Baby Shark è in una città diversa ogni giorno. Ecco un esempio del loro sito Web:
12 marzo - Appleton, WI
13 marzo - Dubuque, IA
14 marzo - Peoria, IL
15 marzo - Ralston, NE
16 marzo - Sioux Falls, SD
17 marzo - Grand Forks, ND
18 marzo - Rapid City, SD
19 marzo - Colorado Springs, CO ...
Il nostro viaggio, poi, è abbastanza facile rispetto a quello di Tang Sanzang, che ha camminato a piedi dalla Cina all’attuale India (andata e ritorno) in un viaggio durato 17 anni e che ha ispirato il romanzo classico della letteratura cinese Viaggio a Occidente. E nemmeno esistevano le stazioni di servizio.
Il nostro programma è un gioco da ragazzi anche rispetto alla settimana infernale degli incursori della marina USA (i Navy SEALS) che consiste sostanzialmente nel non dormire, correre trasportando oggetti pesanti, saltare dentro e fuori dall'oceano e sentirsi urlare addosso per cinque giorni e cinque notti di fila. E nemmeno hanno migliaia di persone che li applaudono li acclamano ogni sera.
Il nostro programma è una passeggiata nel parco anche rispetto a quello che vivono tutti i soldati al fronte ovunque, adesso come nel passato. Ed è un gioco da ragazzi rispetto al lavoro dei primi soccorritori nei giorni subito dopo un terremoto.
I nostri viaggi vanno anche molto più lisci di quello di Steve Martin in “Un biglietto in due”, più colorato di “Mr. Smith va a Washington” (un vecchio capolavoro di Frank Capra con James Stewart) ed è molto più assennato di “Quarto Potere” di Orson Welles.
Quindi quello che faccio ora è alzarmi da questo comodo divano, fare uno spuntino e poi tornare al lavoro in questo bel teatro caldo nel mezzo del nostro facile e piacevole tour.
5 Marzo
Oggi è il 5 marzo ed è una data importante.
Circa dieci anni fa ci esibivamo a Bruxelles. Stavo lavorando dietro le quinte col mio PC portatile quando è passata la nostra manager, Vina Lee.
"Hai sentito? Liang Zhenxing è morto ", mi disse in cinese.
Non avevo ancora sentito. Sapevo che, di un piccolo gruppo che aveva deciso di fare qualcosa di straordinario era l'unico ancora vivo. E adesso anche lui se n'era andato.
La sua storia risale ai primi di marzo del 2002. Nella Cina nord-orientale, in una città di nome Changchun, la persecuzione dei praticanti del Falun Gong (o Falun Dafa) era giunta a livelli parossistici. Ma nonostante i tre anni di persecuzione da parte del Partito Comunista Cinese, la Falun Dafa non era stata annientata. Anzi: sfidando i rastrellamenti, le torture, i lavori forzati e il crescente numero di morti fra gli arrestati, praticanti del Falun Gong da tutta la Cina erano andati fino a Piazza Tienanmen con gli striscioni "Verità, Compassione e Tolleranza" (che sono i principi della pratica). Altri avevano appeso gli striscioni sugli alberi, distribuito volantini e liberato in aria palloncini con dei bigliettini appesi sotto.
E nel frattempo ripetevano "La Falun Dafa è buona" e "Basta con la persecuzione".
Ma la macchina del PCC era implacabile e ben rodata dopo decenni di persecuzioni simili, specie la Rivoluzione Culturale di Mao Zedong: la propaganda del regime diffondeva senza sosta storie su storie nel tentativo di collegare il Falun Gong a tutti i mali della società. In tutti i telegiornali della sera, le persone che praticano il Falun Gong erano descritte come dei pazzi pericolosi. L’opera di demonizzazione arrivò al punto che persino amici e parenti denunciavano i praticanti alla polizia.
Fu allora che il gruppo di cui era parte Liang Zhenxing (gli altri erano Liu Haibo, Liu Chengjun, Lei Ming) decise di provare qualcosa di diverso. Invece di andare in piazza Tiananmen per dieci secondi di stendardo per farsi poi tre anni in un campo di lavoro, portavano il messaggio direttamente alla gente e smascheravano la propaganda del partito: spiegavano alla gente di Changchun che il Falun Gong è praticato liberamente in tutto il mondo, spiegavano come era stata fatta la messa in scena della falsa “autoimmolazione” dei praticanti della Falun Dafa e tutte le menzogne propagandate dal regime cinese.
Il loro piano di azione e la sua esecuzione sono magnificamente raccontati nell'articolo di Ethan Gutmann “Into Thin Airwaves” che in seguito divenne un capitolo del suo libro fondamentale: The Slaughter: avevano anche imparato da soli come scalare i pali del telefono e collegare cavi e trasmettitori e, la sera del 5 marzo 2002, durante il programma di prima serata della TV e mentre le famiglie di Chanchun si sedevano per la loro dose giornaliera di propaganda statale, lo schermo si spense per un secondo e apparse un diverso programma. Per 50 minuti, il velo della propaganda venne sollevato e una realtà molto diversa venne trasmessa su otto canali a oltre un milione di persone.
La polizia partì alla frenetica ricerca del luogo da dove proveniva la trasmissione, mentre le persone si affollavano intorno ai televisori dei locali pubblici. Per 50 minuti questo piccolo angolo di Cina fu libero.
Questo piccolo gruppo di praticanti del Falun Gong sapeva cosa tutto ciò avrebbe significato. E sapevano anche quanto sarebbe costato: uno ad uno furono catturati, torturati e uccisi.
La polizia fece irruzione nella casa di Liu Haibo, gli ruppero la caviglia di fronte a moglie e figlio, lo trascinarono alla stazione di polizia e lo torturarono con un manganello elettrico fino ucciderlo in poche ore.
Liu Chengjun venne ferito a una gamba mentre con un colpo di pistola mentre fuggiva; poi fu condannato a 19 anni di prigione e nel giro di un anno morì per i pestaggi subiti.
Lei Ming venne catturato la notte stessa della trasmissione. Venne legato a una sedia di ferro e torturato. Morì per le lesioni alla colonna vertebrale, dopo tre anni di atroci sofferenze.
E Liang Zhenxing, il leader del gruppetto, dopo un processo-farsa venne condannato a 19 anni di carcere. Lì venne torturato con scariche elettriche mediante l’uso simultaneo di diversi pali elettrici per bestiame e tenuto incatenato per lunghi periodi di tempo. Nel 2010 era fisicamente distrutto, riusciva a malapena a camminare e parlare. È morto il 1 maggio 2010.
* * *Ho incontrato alcune persone di Changchun che conoscevano queste persone, conoscevano le loro storie e che tipo di uomini erano. La chiamano la Trasmissione del 5 Marzo (3/05 o "305"). Spero che questo giorno venga ricordato e, un giorno, commemorato in tutta la Cina.
Questa breve versione della storia, non le rende minimamente giustizia. Per la descrizione completa, completa di tutti gli avvenimenti e basata su interviste dettagliate a chi conoscev il Gruppo 305, potete leggere l'articolo di Ethan Gutmann sul Washington Examiner “Into Thin Airwaves”.
4 Marzo
Dopo un giorno e mezzo di un viaggio di oltre 1.000 miglia da St. Louis, abbiamo riattraversato il Minnesota e oltrepassato il confine con il Canada, siamo giunti in una Winnipeg molto nevosa.
"Ci siamo esibiti qui in passato?", qualcuno ha chiesto. "Shen Yun penso di sì, io non so", qualcuno ha risposto.
La mattina, a teatro, il nostro bassista Li Xin tira fuori la sua macchina fotografica: "Ecco, guarda questa foto", dice, "Sono abbastanza sicuro che sia questa sala. Faccio la foto di ogni luogo in cui mi esibisco. Sono stato qui 10 anni fa”.
Erano passati 10 anni dall’ultima esibizione di Shen Yun a Winnipeg, la capitale del Manitoba. In tutti questi anni il presentatore locale, l'Associazione Falun Dafa di Winnipeg, che in realtà sono solo un paio di persone, ha provato più volte a riportare indietro Shen Yun. E tra difficoltà di pianificazione e disponibilità, è passato un decennio.
Solo per darvi un'idea di cosa è cambiato in Shen Yun dall'ultima volta che siamo stati qui: nel 2010 avevamo tre compagnie, ora ne abbiamo sette; all'epoca non avevamo la Shen Yun Symphony Orchestra né il Shen Yun Shop; il teatro principale in cui proviamo a New York non era stato ancora costruito, né la maggior parte dei nostri uffici e sale danza; i nostri autobus colorati erano solo bianchi; il direttore d'orchestra Milen Nachev era ancora a due anni dall'unirsi a noi; la maggior parte degli artisti di questo gruppo aveva fatto le elementari o al massimo le medie; io avevo più capelli. Insomma, un sacco di cose sono cambiate.
E ora hanno riportato Shen Yun a Winnipeg. Per uno spettacolo.
Dei volontari sono arrivati da Toronto per aiutare con il catering, la biglietteria e il lavoro nel backstage.
E i biglietti hanno venduto bene, davvero bene. Hanno venduto così bene che, a poche settimane dalla serata di apertura (che poi è anche la serata di chiusura), hanno chiesto se si poteva aggiungere un altro spettacolo il giorno prima di quello in programma. Nonostante lo stretto calendario di viaggio, lo spettacolo è stato aggiunto. Ma la vera difficoltà era vendere rapidamente un paio di migliaia di biglietti in un mercato relativamente piccolo.
Mentre ci preparavamo per la prima esibizione, i presentatori locali con massima umiltà ci hanno preparato scusandosi per il fatto che questa era stata un'aggiunta dell'ultimo minuto, che la vendita dei biglietti non era andata come avrebbero voluto e così via. Ma mentre si alzava il sipario, la casa sembrava piuttosto piena. Ce l’avevano fatta.
Noi abbiamo una tradizione per cui, dopo l'esibizione finale in una città, dopo che saliamo sul palco e ci prepariamo ad andare via, ci riuniamo nella caffetteria per ringraziare i presentatori e i volontari locali.
Il loro rappresentante – mi dispiace non sapere il suo nome, ma raramente li conosciamo – ha dichiarato: “Molte persone stavano aspettando che Shen Yun venisse a Winnipeg. Finalmente siete arrivati. Speriamo di non dover aspettare altri dieci anni per la prossima volta”.
3 Marzo
Shen Yun è di New York. Da sempre. Abbiamo sempre detto di venire da New York.
Ma a giudicare da ciò che alcuni media stanno dicendo ora, potreste pensare che il fatto che diciamo che siamo di New York sia una trovata, un cambio di paradigma, una scelta di marketing, una nuova strategia.
Dopo che abbiamo rilasciato un comunicato stampa che chiarisce che Shen Yun non viene dalla Cina, che gli artisti vivono negli Stati Uniti e nessuno va in Cina da un molto tempo, e che quindi non abbiamo nulla a che fare con il Coronavirus, alcuni organi di informazione ci hanno trattati come se questo fosse diverso da quello che abbiamo sempre detto.
Se non state prestando molta attenzione, tutto ciò può creare confusione. Lo capisco.
Quindi, fatemi chiarire bene: Shen Yun è uno spettacolo di cultura cinese, una celebrazione della civiltà cinese, ma è fatto da cinesi. Però gli artisti sono cinesi, ma non cinesi-cinesi. Oppure prima erano cinesi-cinesi ma ora sono cinesi-statunitensi o di Taiwan, che fa parte della cultura cinese ma non fa parte della Cina odierna, e in questo spettacolo vedi vera cultura cinese ma non puoi vedere lo spettacolo in Cina?
Esatto.
La questione è così:
- la civiltà cinese ha una storia di circa cinquemila anni;
- la cultura di questa civiltà è stata quasi completamente distrutta negli ultimi sette decenni di dittatura comunista. Rimangono alcune tradizioni di superficie, ma l'essenza spirituale è sparita;
- Shen Yun è stato fondato a New York nel 2006 con la missione di far rivivere questa cultura attraverso le arti dello spettacolo;
- gli artisti di Shen Yun sono per lo più persone di etnia cinese provenienti da tutto il mondo, compresa la Cina;
- una volta che entrano in Shen Yun, praticamente non possono tornare in Cina;
- Shen Yun come compagnia non può esibirsi in Cina;
- il Partito Comunista Cinese, attraverso le sue missioni diplomatiche ufficiali, nonché le reti e le organizzazioni di spionaggio, ha cercato di sabotare Shen Yun sin dall'inizio e continua a farlo anche adesso.
Niente di tutto questo è nuovo: diciamo queste cose sin dall'inizio.
Sul palco, i presentatori come me dicono questo in ogni singolo spettacolo:
“Shen Yun ha sede a New York. Questi artisti sono tra i migliori ballerini cinesi classici al mondo. Ricevono la loro formazione presso il Fei Tian College di New York e la Fei Tian Academy of the Arts, dove la danza classica cinese è il fondamento della loro formazione".
Diciamo anche questo:
“La missione di Shen Yun è di far rivivere la vera cultura tradizionale. Sfortunatamente, non è possibile vedere uno spettacolo come questo in Cina”.
Sul nostro sito Web, il primo paragrafo nella sezione Informazioni recita:
“Shen Yun Performing Arts è la prima compagnia di danza e musica classica cinese al mondo. Shen Yun è stata fondata a New York nel 2006 da un gruppo di importanti artisti classici cinesi che si sono riuniti a New York con uno stesso desiderio: far rivivere la vera cultura cinese di ispirazione divina della Cina e condividerla con tutto il mondo.
Approfondiamo tutto questo nella sezione “La nostra storia”.
E anche i nostri materiali di marketing come volantini e direct mailing ne parlano.
Ad esempio, aprendo letteralmente a caso, questo volantino dal 2013 troviamo:
“AUTENTICO CINESE, PRODOTTO IN AMERICA. Con sede a New York, Shen Yun è un'organizzazione no profit che riporta in vita l'autentica cultura cinese. Oggi, vedere uno spettacolo come Shen Yun in Cina è diventato impossibile”.
E potrei andare avanti così per un pezzo. E poi si tratta di cose abbiamo sempre spiegato nelle interviste a TV, radio, carta stampata, e abbiamo fatto moltissimo per denunciare il modo in cui il regime cinese ha cercato di fermarci proprio per questo motivo (su questo, fra uno o due giorni vi dirò di più).
È solo che con il recente clima da Coronavirus e, ancor prima, il crescente clima politico anti-cinese negli Stati Uniti, abbiamo dovuto sottolineare questo punto in MAIUSCOLO, grassetto, e magari anche in viola.
Leeshai Lemish
Maestro di cerimonia di Shen Yun Performing Arts