La mia Top 5 in Giappone
Arrivo in Giappone - Che vista: un ammasso delle nostre valigie blu!
Ultimamente il nostro programma è stato così frenetico che ho davvero trovato impossibile tenere tutti informati. Ma alla fine ho trovato un briciolo di tempo libero questa mattina, perciò penso sia doveroso verso voi tutti farvi sapere ciò che è accaduto finora in Asia (considerando che siamo già a Taiwan adesso).
Dunque cominciamo dal Giappone. Ho immaginato che la cosa più facile sarebbe stata ricapitolare tutto con la «Top 5» di ciò che più mi è piaciuto — ci sono semplicemente troppe cose belle.
NUMERO 5: MELONI D'INVERNO SOPRAVVALUTATI
Apparentemente, in Giappone i meloni d'inverno vengono custoditi come «elisir di vita eterna». Quando è la stagione dei meloni, i contadini scelgono il melone più promettente in ogni pianta e abbandonano il resto. Credono che concentrare tutte le sostanze nutrienti in un melone giovane produca un frutto eccezionale. Prendono la cosa seriamente. Questi super meloni possono raggiungere il prezzo di circa €300 l'uno. Sono andata in un normale supermercato e sono rimasta sconcertata da quei meloni lucidati, venduti a ¥8670, circa €80. Sembra che i contadini giapponesi siano alquanto eccentrici — angurie cubiche, fragole bianche? Non è qualcosa che si vede tutti i giorni.
NUMERO 4: I PUNTI DI RISTORO GIAPPONESI
I punti di ristoro giapponesi sono il massimo! Un sacco di bancarelle che vendono yakitori (pollo allo spiedo), takoyaki (polpo grigliato), gelato al tè verde ed altre specialità locali. E tantissimi piccoli souvenir fra cui scegliere, ciondoli per cellulari, articoli di cartoleria... E le macchinette con bevande calde sono provvidenziali in una giornata nevosa. Quando si passano sei mesi all'anno in strada, si impara ad apprezzare un buon punto di ristoro.
NUMERO 3: I CANI "HACHI"
Avete mai visto il film Hachiko - Il tuo migliore amico? È un bel film basato su una storia vera riguardo a un cane Akita giapponese (Hachiko) che è leale in modo commovente verso il suo padrone (Richard Gere). Avendo versato lacrime durante il film, sono stata catturata da questi piccoli cani che si vedevano ovunque in Giappone.
NUMERO 2: MIYAJIMA
L'Isola di Miyajima vicino ad Hiroshima è uno dei miei posti preferiti in Giappone, se non al mondo. È famoso per il Portale Otorii, ma questa è solo una delle cose da vedere, e c'è molto da fare.
Difficile da credere?
Questa volta abbiamo avuto un'ora e mezza per giocare sull'isola. Così, per risparmiare il tempo della camminata, abbiamo noleggiato delle biciclette e le abbiamo inforcate con le nostre gonne lunghe e con pesanti cappotti di lana.
Devo menzionare il cervo di Miyajima — c'è un cervo in particolare che riceve il Premio per il Più Estroverso. Prima, ha iniziato ad annusare una ragazza giapponese. Poi, attratto dal suo sacchetto del minimarket 7-Eleven, ha dato un morso, facendo un buco e tirando fuori i suoi dolcetti all'interno. Non fatevi imbrogliare dai loro amabili occhi innocenti — sono feroci.
Se vi trovate nella zona, dovete fare un salto a Miyajima. Ostriche deliziose e fresche di grigliata, decine di bancarelle con ciondoli "portagioie"... è un posto adorabile.
NUMERO 1: LA BARRIERA LINGUISTICA
Ho sperimentato la barriera linguistica per la prima volta il secondo giorno del nostro tour in Giappone, quando volevo cambiare le mie banconote di grosso taglio alla reception dell'albergo.
Alcuni anni fa, anche un altro membro del nostro gruppo — Bob — si era recato alla reception per cambiare una banconota. Bob ha tirato fuori una banconota e ha chiesto al signore alla reception se avesse potuto cambiarla. Il poveretto ha guardato Bob con occhi spalancati, non credendo alle proprie orecchie. «Break?» (lett. «rompere», altro termine in inglese usato per dire «cambiare») ha detto, fingendo di strappare la banconota. Bob, ugualmente sorpreso dalla reazione dell'uomo dice «No, no, no!» facendo segno all'uomo di smettere. Poi Bob dice: «Sa, come rompere — in soldi piccoli». L'uomo alla reception resta di nuovo senza fiato: «Ah! Soldi piccoli?!», pensando ancora che Bob volesse che lui la strappasse.
Avvertita da questo aneddoto, mi sono avvicinata alla reception preparandomi al peggio. Un signore sulla trentina mi ha sorriso mentre mi avvicinavo. «Hi, can you break my note?» (lett. «Ciao, puoi rompere la mia banconota?»). L'uomo, ovviamente confuso, ha ripetuto: «Break?». Così ho tirato fuori una banconota piegata da ¥10.000 e ho chiesto di nuovo se me la potesse cambiare. L'uomo ha guardato la banconota perplesso per un momento, ma poi all'improvviso sorridendo ha annuito, come se gli si fosse accesa una lampadina in testa. «Oh, break, break!». Ha preso la mia banconota.
Sollevata da quanto facile si fosse rivelato, ho consegnato la mia banconota, sorridendo ed annuendo, impressionata dalla sua ospitalità giapponese. Ha trafficato coi suoi cassetti e poi ha allungato le mani. Allungandomi per prendere i soldi, mi sono tirata indietro all'improvviso, esterrefatta — mi stava dando una banconota da ¥10.000 nuova di zecca, in cambio della mia leggermente stracciata, e mi son sentita come se stessi per cadere a terra. Dopo essermi ripresa, gli ho spiegato tre volte che volevo 1 x ¥5000 e 5 x ¥1000, al che l'uomo infine ha capito e ha condiviso la risata.
Seron Chau
Ballerina
26 Marzo 2012