Un ballerino si riconosce sempre
La scorsa estate, nel corso delle mie due settimane di pausa dopo il tour, sono tornato a casa a Melbourne, in Australia. Un giorno decisi di andare a vedere il balletto “Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” all’Arts Centre, un prestigioso teatro conosciuto perché ospita spettacoli di balletto di livello mondiale. Pensavo anche che, essendo un ballerino di danza classica cinese, fosse una cosa buona approfondire la qualità di un altro stile di danza.
Mentre mi avvicinavo al teatro dominato dalla guglia e attraversavo il salone d’ingresso, venivo assalito dalla bellissima sensazione di sentirmi a mio agio. Dopo essere stato impegnato per sei mesi in tour sempre fianco a fianco con gli altri della compagnia (e sono stato benissimo con ognuno di loro) era davvero piacevole starmene finalmente un po’ per conto mio.
La grandiosa atmosfera e l’aria tipica del teatro mi conquistarono all’istante. Nonostante i miei quattro anni di spettacoli nei teatri di tutto il mondo, un teatro così perfetto ancora mi mancava.
Mentre passavo fra le file di sedili rivestiti di velluto rosso, provavo la singolare sensazione di essere osservato: non potevo non accorgermi di tutti quei signori e quelle signore che fissavano i loro sguardi su di me. Avevo qualcosa nei capelli? Mi ero dimenticato di togliere l’etichetta dalla mia nuova giacca? In questo strano stato d’animo, tentai di mantenere un certo contegno e mi andai a sedere velocemente.
Improvvisamente, un’inaspettata pioggia di fiorellini iniziò a cadere dal soffitto lasciando incantato il pubblico e preparandoci per il Paese delle Meraviglie. La sorpresa floreale aveva scatenato un’animata chiacchera fra il pubblico e, a quel punto, le persone che avevo sedute vicino iniziarono conversare con me, esprimendo apprezzamento per l’intrattenimento che precedeva lo spettacolo e dicendomi quanto grande fosse la Compagnia Australiana di Balletto.
Pensavo che mi dicessero così perché mi avevano scambiato per un turista cinese, ma mi sbagliavo: iniziarono a farmi i complimenti per il mio fisico e persino a ringraziarmi di far parte della Compagnia Australiana di Balletto. Loro dicevano di sapere per certo che i ballerini assistevano regolarmente agli spettacoli; io non potevo fare a meno di sorridere: finalmente avevo capito perché mi guardavano. Proprio mentre stavo per dire che non sono membro della compagnia di balletto, le luci si spensero e iniziò lo spettacolo.
Durante l’intervallo, mi mescolai in mezzo alle persone per chiarire che non facevo parte di quella produzione. Da qui iniziò un’approfondita e interessante conversazione sulle somiglianze e le differenze tra il balletto e la danza classica cinese e, mentre spiegavo perché ho voluto diventare ballerino, introdussi l’argomento della persecuzione della Falun Dafa in Cina e di quanto degenerato sia il Partito Comunista Cinese.
All’inizio ero un po’ titubante, perché non ero sicuro di come avrebbero reagito, ma volevano saperne di più, nonostante avessero già sentito parlare della persecuzione. Parlai poi dello scopo di Shen Yun e della sua missione di riportare in vita l’autentica cultura tradizionale cinese.
Alla fine di quello spettacolo bellissimo tornammo a parlare, e una signora anziana con dei luminosi occhi azzurri mi chiese se Shen Yun avesse in programma di esibirsi all’Arts Centre. Nel 2016 ci eravamo esibiti in quel teatro per una settimana e, fortunatamente, avevo già sentito che ci torneremo per 12 spettacoli nel corso della prossima stagione, a marzo 2020!
La signora mi guardò dritto e mi disse: "Ci saremo a qualunque costo. Anche se non navighiamo nell’oro, verremo senza dubbio a vedere Shen Yun".
Questa esperienza è riuscita a toccarmi davvero e la ricordo con estrema vividezza. Mi ricorda di quale sia la mia missione qui in Shen Yun: riportare alla luce un’antica cultura e ispirare le persone. E mi ricorda anche che voglio diventare uno che si esibisce puramente per gli altri, per una causa più grande.
David Xiao
Ballerino